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Home | Valditara: “Valutiamo il biennio Its equiparato alla laurea breve”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito apre alla possibilità di un’equipollenza per gli Istituti tecnologici superiori a partire dal 2026.

Valditara ha dichiarato di voler intervenire sugli ITS per equipararne il biennio a una laurea breve. 
Le recenti dichiarazioni del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, all’ITS Academy “Antonio Bruno” di  Grottaminarda (Avellino), “pensiamo di portare il percorso a 4 2 1 per far sì che il biennio degli ITS sia equivalente ai primi due anni delle lauree brevi”,  meritano sicuramente attenzione.
Si prefigura un nuovo modello formativo, costituito da 4 anni di istruzione secondaria superiore a indirizzo tecnico o professionale a cui seguono 2 anni di ITS corrispondente al primo ciclo della FORMAZIONE TERZIARIA NON UNIVERSITARIA (livello 5 EQF) e quindi si aggiunge un anno, tutto da definire, che potrebbe essere finalizzato al completamento del percorso triennale universitario (laurea di primo livello), oppure al conseguimento di una specializzazione tecnica superiore (livello 6 EQF non accademico), oppure all’inserimento lavorativo assistito.
L’obiettivo dichiarato è rendere il biennio ITS equivalente ai primi due anni di laurea triennale, avvicinando quindi la formazione tecnica al sistema universitario, provando a disciplinare le modalità di riconoscimento accademico del PERCORSO BIENNALE DEGLI ISTITUTI TECNOLOGICI SUPERIORI (ITS Academy), probabilmente al fine di:
a) rafforzare la continuità tra il sistema di istruzione tecnica superiore e l’istruzione universitaria;
b) favorire il riconoscimento formale delle competenze acquisite nel percorso ITS ai fini dell’accesso e della prosecuzione degli studi universitari;
c) armonizzare i titoli rilasciati con il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF).
Ciò evidentemente mira a rafforzare l'attrattività rispetto all’università, a sostenere il riequilibrio tra formazione accademica e formazione tecnica e a contrastare il mismatch formativo, incentivando percorsi più professionalizzanti e “rapidi” per l’inserimento lavorativo.
Altro obiettivo sotteso è sicuramente allineare il sistema italiano ai modelli europei, dove la formazione tecnica e professionale  è molto più riconosciuta e integrata nel sistema produttivo.
 

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